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Grano italiano: nel 2024 la produzione raggiunge i minimi storici dell’ultimo decennio

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Le analisi della Coldiretti

Dopo le preoccupanti analisi effettuate dalla Coldiretti Puglia riguardo le rotte mediterranee trafficate da navi mercantili trasportanti grano estero, alcune ricerche hanno previsto un importante rallentamento della resa di frumento nazionale.  

Cosa dicono i dati 

La produzione di grano duro in Italia per il 2024 sarà la più bassa degli ultimi 10 anni, scendendo sotto i 3,5 milioni di tonnellate. Secondo le previsioni dei Consorzi Agrari d’Italia e della Coldiretti, le superfici coltivate sono diminuite dell’11% rispetto al 2023, con una riduzione del 17% nel Centro Sud, che rappresenta il 90% del raccolto nazionale.  

Le cause le possiamo trovare nel clima: la siccità ha colpito duramente, specialmente in Puglia (-20-30%) e Sicilia (-70%). Nonostante i vari finanziamenti rilasciati dal governo per incentivare gli agricoltori, la concorrenza estera, ha fatto crollare i prezzi con importazioni da record, rendendo la coltivazione di grano meno redditizia per i contadini italiani. 

I mercati internazionali 

A livello mondiale, invece, la produzione di grano duro è in aumento. Le rese globali dovrebbero aumentare del 10% grazie a maggiori produzioni dai colossi come il Canada (+40%), Stati Uniti (+25%), Russia (+20%) e Turchia (+5%). 

Gli analisti di Areté e ICG (International Grains Council) sono stati i primi a presentare il quadro internazionale della situazione. E quale palcoscenico migliore se non quello del Durum Days 2024 di Foggia: un insieme di eventi internazionali che radunano gli attori principali della filiera, organizzati da varie associazioni agricole e industriali italiane.  

L’ importante incremento della produzione porterà a un aumento delle scorte globali di grano duro dell’8-10%, sebbene quest’ultime rimangono al di sotto delle medie storiche. Proprio per tale motivo i prezzi, pur essendo elevati, non riusciranno a raggiungere i picchi delle recenti campagne. 

Il futuro è nella ricerca 

La necessità di affrontare queste dinamiche complesse diventa cruciale per garantire la sostenibilità e la redditività del settore agricolo italiano, soprattutto in un contesto economico globale sempre più competitivo e in evoluzione. 

Secondo gli esperti, l’unico modo per uscire da questa crisi è puntare sulla ricerca per sviluppare nuove varietà e su un utilizzo sempre più costante di tecnologie e macchinari agricoli all’avanguardia. Merita un occhio di riguardo il progetto tutto italiano Planet Farms. Un’azienda adibita a coltivare prodotti in strutture che si sviluppano in verticale per risparmiare suolo, acqua ed energia. Il tutto senza dipendere dalle condizioni climatiche esterne. 

Questa lista pragmatica di numeri ed eventi è certamente propedeutica ad una riflessione più profonda. Il tanto millantato Made in Italy è davvero sinonimo di qualità? 

Perché se da un lato la nostra Nazione ha surclassato le più grandi industrie della pasta con ben 3,6 milioni di tonnellate, quanto possono essere di qualità i nostri marchi famosi in tutto il mondo? Può ancora definirsi italiano un prodotto fatto con grano proveniente dall’Australia o dall’Arizona? Ai posteri l’ardua sentenza. 

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