Cellentani mac’n’ cheese
Ingredienti per 4 persone
300 g di cellentani
800 ml di latte
200 g di formaggio Cheddar
50 g di Parmigiano Reggiano
40 g di farina tipo 0
60 g di burro
Noce moscata q.b
Pangrattato q.b
Pepe q.b
Sale q.b
Maccheroni a forma elicoidale, rigati in superficie, i cellentani sono tra i formati di pasta più famosi al mondo grazie alla strabiliante diffusione oltreoceano.
Origini
Nati per un errore della trafila Barilla negli anni Settanta, presero il nome dal cantante più in voga dell’epoca: Adriano Celentano. Incredibile il successo, soprattutto in America, con la creazione dei mac’n’cheese: uno dei piatti cardine della tradizione culinaria americana, consumato come side dish (contorno), in abbinamento a piatti di carne grigliata.
La nascita della ricetta vede come protagonista nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson. Leggenda vuole che costui ne fosse talmente entusiasta che offrì questo piatto in occasione di tutti i suoi banchetti.
La ricetta divenne poi popolare durante la Grande Depressione, anni in cui l’azienda Kraft decise di proporre una versione di mac’n’cheese in scatola, pronti da cuocere. Si trattava di un pasto unico, economico e molto calorico che calzava a pennello con le esigenze di una popolazione sempre più impoverita. Così si diffuse rapidamente sviluppandosi anche in altri paesi del mondo in una certa varietà di versioni.
Cucina
In Inghilterra la prima enciclopedia venduta porta a porta riportava una ricetta simile a quella dei mac’n’cheese, ovvero degli spaghetti conditi con Cheddar e besciamella.
In Francia, a diffondere la ricetta fu il libro inglese “The Forme of Cury”, che citava un piatto di pasta fresca condita con formaggio filante, simile al Cheddar, con l’aggiunta di patate.
In Canada divenne popolare una ricetta francesizzata, nella quale i cellentani, chiamati macaroni o maccaroni sono conditi con formaggio Cheddar e avvolti in una crosta di pasta sfoglia con l’aggiunta di uova e senape. Il giornale canadese Walrus lo ha addirittura eletto a piatto nazionale del Paese, soppiantando così il Poutine (realizzato con patatine fritte, formaggio e salsa).
I vini di Jefferson da abbinare al piatto
Sono moltissimi i documenti che testimoniano i viaggi di Jefferson come ambasciatore americano, dunque prima di diventare Presidente, in Europa; al suo ritorno negli Stati Uniti, Jefferson importò numerose bottiglie di vino di Champagne, Borgogna, Bordeaux ma anche di Vino Nobile di Montepulciano e Nebbiolo arrivando a spendere fino a 28.000 dollari in un anno.
Rievochiamo questi passaggi storici in occasione del nuovo percorso intrapreso dal 46° Presidente americano, Joe Biden, augurandoci che anche lui possa trovare e godere di qualche vino prodotto nel nostro Stivale.