Con i suoi quattro formati, che godono del riconoscimento DE.CO. del Comune di Amatrice, il Pastificio Strampelli tramanda la tradizione locale: spaghetti e bucatini ad archetto, rigatoni e mezze maniche; paste ideali per la preparazione di alcune delle ricette più amate e conosciute al mondo, la Amatriciana e la Gricia. Tradizione che si aggiunge all’alta qualità della lavorazione, che avviene ad alta quota, in uno degli ambiente più belli e incontaminati del Bel Paese.
Come nasce la vostra azienda? La conduzione è familiare?
Siamo tre fratelli, io (Barbara Marcozzi ndr) mi occupo dell’aspetto commerciale, Attilio è responsabile di produzione, Gabriele è il responsabile amministrativo. È stata nonna a tramandarci la passione per la pasta; prima a mia madre, poi a me. Il ricordo di quando facevamo la sfoglia dei Maccheroncini (Maccheroncini Di Campofilone Igp) assieme è ancora impresso nella mia memoria e ora è da 25 anni che siamo nel settore della pasta, con il pastificio Campofilone, nato nell’omonimo paese in provincia di Fermo, dove esiste un vero e proprio distretto della pasta all’uovo. Tuttavia nel nostro assortimento mancava una pesta di semola e abbiamo dunque scelto di aprire ad Amatrice la nostra azienda il cui nome è un tributo a Nazareno Strampelli, famoso genetista marchigiano. Era il 2016, pochi mesi dopo c’è stato il terremoto. Solo tre anni più tardi abbiamo potuto inaugurare il pastificio ed è arrivato il Covid. Una partenza tutta in salita insomma.
Dove viene prodotta la pasta e da dove provengono le materie prime?
Il nostro vanta il primato di essere il pastificio più alto a livello europeo: siamo in alta quota, a 1030 mt, dove l’aria è pulitissima e l’acqua è quella del comprensorio del Gran Sasso e dei Monti della Laga. La semola è 100% italiana, al momento utilizziamo un blend, ma ci stiamo impegnando per creare una filiera in loco con dei monovarietali adatti alla coltivazione in altura.
Che importanza ha l’acqua nel ciclo di produzione?
La nostra acqua di sorgente è sicuramente un valore aggiunto. Nasce in un ambiente bellissimo e incontaminato, che purtroppo a seguito del terremoto versa in uno stato di quasi totale abbandono. Qui è facile capire come il rispetto dell’ambiente sia fondamentale per potere utilizzare dei prodotti purissimi e infatti ne abbiamo fatto un cardine della nostra filosofia: per la costruzione del pastificio abbiamo utilizzato materiali eco sostenibili, il nuovo packaging delle nostre paste è interamente riciclabile nella carta, con la finestra trasparente in amido di mais che non deve essere rimossa per poter buttare il tutto nella carta.
Come è fatta la vostra pasta?
L’artigianalità è una costante, sia per il tipo di pasta che produciamo, che lo esige, ma soprattutto perché a seguito del terremoto volevamo occupare più persone possibili. La pasta innanzitutto prende forma attraverso un impasto lento e graduale, che crea la giusta consistenza. Questo passa poi attraverso la trafila in bronzo e nel caso degli spaghetti e dei bucatini si ha la lavorazione ad archetto, una lavorazione prettamente artigianale in cui ogni spaghetto viene appeso alla canna per fare l’archetto, motivo per il quale poi è necessario che i nostri prodotti vengano confezionati a mano. L’essiccazione richiede da 28 a 52 ore, con una temperatura costante che al massimo raggiunge i 45°. Poi è l’esperienza del pastaio, di mio fratello in questo caso, a regolare il ciclo di produzione: in base alle giornate più o meno umide bisogna apportare delle piccole variazioni, nonostante la nostra famiglia abbia sulle spalle 25 anni di esperienza, stiamo ancora imparando molto, perché a quelle altitudini il discorso è diverso.
In cosa si differenzia questa pasta dalle altre, attualmente in commercio?
I nostri prodotti hanno ottenuto il riconoscimento DE.CO. (Denominazione Comunale) dal Comune di Amatrice, che ne ha quindi garantito gli ingredienti, ha dimostrato l’origine locale del prodotto e ne ha fissato la composizione avvalorandone la tipicità locale. Poi i nostri clienti dicono che la nostra pasta risulta particolarmente digeribile: ne siamo profondamente orgogliosi, ciò è possibile proprio per la cura che riponiamo nel processo di essiccazione.
La pasta ‘cambia’ in base al mercato a cui è destinata?
La produzione è unica, abbiamo un sacchetto in cinque lingue per affrontare i vari mercati, ma il prodotto è sempre lo stesso.
Quale futuro intravedete per la vostra pasta?
Si aggiungeranno presto altri formati, tra i quali sicuramente un fusillo a tre punte, una penna triangolare e uno spaghetto quadrato. Nel frattempo ci siamo certificati come stabilimento “Bio” e stiamo lavorando per portare la filiera in loco; tutte cose che ci serviranno per poter far conoscere la buona pasta di Amatrice anche all’estero.