I malfatti sono un formato di pasta tipico della Lombardia diffuso anche in altre regioni l’impasto viene amalgamato e arrotolato in piccoli cilindri della lunghezza di circa 4-5 cm, sistemati su vassoi. A seconda della ricetta, l’impasto può subire variazioni. Il nome deriva dalla loro caratteristica principale, ossia quella di essere irregolari, uno diverso dall’altro proprio perché fatti a mano. Sono riconosciute due DeCo: i Malfatti di Carpenedolo e i Malfacc di Castiglione delle Stiviere
Origini
Le prime comparse dei malfatti risalgono alla metà del XVI secolo con il famoso umanista Ortensio Lando che nel suo “Commentario de le più notabili & mostruose cose d’Italia, e altri luoghi” li descrive come ravioli nudi, di origine lombarda. Pellegrino Artusi li cita nella ricetta n°97 della sua opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” chiamandoli ravioli ma leggendo la ricetta si evince che si tratta proprio dei malfatti. Altre testimonianze affermano, addirittura, che i malfatti fossero conosciuti già in epoca romana.
Cucina
I malfatti burro e salvia sono l’abbinamento più tradizionale ma ricette più moderne li vedono conditi anche con sugo di pomodoro, vellutata di zucca, crema di lenticchie oppure con panna ed erba cipollina. Si possono accompagnare anche a una crema di Pecorino Romano e cavolo nero croccante.