Non tutte le aziende nascono per caso. Questa realtà prende vita da un sogno, un gesto d’amore per una terra unica, spesso dimenticata. A Pantelleria, dove il vento diffonde i profumi del Mediterraneo, i campi erano un tempo il cuore pulsante di una tradizione agricola straordinaria.
Oggi, grazie a Crusco, quei campi tornano a vivere. Con una visione audace e un profondo rispetto per l’ambiente, l’azienda riscopre e valorizza il grano dell’isola, restituendo nuova linfa a una storia fatta di mani sapienti e di cura per la terra. Crusco è un progetto che celebra la bellezza agricola di Pantelleria, trasformandola in un messaggio di speranza e sostenibilità per il futuro.
La coltivazione pantesca
Il progetto vede la luce nel 2021 grazie a un’idea di Andrea Blandino, affiancato da ragazzi giovani, ricchi di passione e con il desiderio di valorizzare l’isola.
“L’azienda è nata dal recupero di terreni abbandonati sull’isola. Pantelleria, infatti, ha molte aree agricole lasciate incolte. Alcuni di questi terreni sono stati presi in comodato d’uso, ripuliti e bonificati, dando così inizio all’attività. Poi è nata l’idea di recuperare la coltivazione del grano, una tradizione che si era persa sull’isola. Si è cominciato a lavorare queste terre, preparandole e seminando grano, restituendo loro nuova vita.”
L’agricoltura sostenibile è il fondamento della loro filosofia che rifiuta l’utilizzo di pesticidi e diserbanti, favorendo la biodiversità del luogo con una rotazione colturale.
“Non utilizziamo fosfati né alcun agente chimico. Solitamente alterniamo un anno di coltivazione del grano con leguminose come lenticchie o ceci. Adottiamo una rotazione biennale: un anno grano, un anno leguminose, e parte del terreno viene lasciato a riposo con erbe spontanee, utilizzate come foraggio per gli animali.”
“La nostra forza sta nell’ottimizzazione di tutto ciò che produciamo: nulla viene sprecato. Dal grano, per esempio, recuperiamo la paglia, che utilizziamo nell’azienda, e anche la crusca, ottenuta durante la lavorazione della farina, serve come nutrimento per i bovini. Qui ogni prodotto, anche quello che altrove potrebbe essere considerato scarto, diventa una risorsa preziosa.”
Una forza che risiede anche in una minima resa che garantisce un prodotto finale di grande qualità.
“Noi lavoriamo con soli 25 ettari attivi, la resa per ettaro è circa 600-800 kg. La nostra produzione è davvero piccola.”
La pasta
Nonostante la limitata produzione, il progetto Crusco riesce a mettere in tavola un formato di pasta tipico della zona: le Busiate.
“È un formato tipico del Trapanese. Pantelleria, infatti, appartiene alla provincia di Trapani, e questa pasta è comunemente utilizzata nella zona. Noi abbiamo scelto questo formato specifico perché si adatta bene sia a piatti di carne che di pesce. È una pasta versatile, perfetta per accompagnare le ricette tradizionali di Pantelleria e quelle di altre regioni.”
“Qui a Pantelleria, purtroppo, non c’è un mulino attivo, quindi siamo costretti a trasportare il grano in Sicilia. Lì abbiamo selezionato un mulino particolarmente innovativo, dotato di tecnologie avanzate, che ci consente di ottenere un prodotto di alta qualità. Inoltre, grazie al confezionamento in atmosfera controllata, la farina garantisce una conservazione più lunga.”
Uno sguardo verso il passato valorizzato ancora di più dalla grafica del marchio, ideata e curata da Vito Lucio Pavia.
“Il motivo decorativo che caratterizza la nostra linea di prodotti si ispira a una mattonella, una maiolica napoletana del ‘600. Queste maioliche, molto diffuse a Pantelleria, sono conosciute localmente come “mattonelle Valenza”. Si ritiene che il nome derivi dalla famiglia Valenza, probabilmente responsabile del loro trasporto sull’isola. Tuttavia, osservando il retro, è evidente la loro origine napoletana. Si tratta di maioliche celebri per la loro bellezza e storia.”