A Chiuro, stretto tra le ripide montagne della Valtellina, questo giovane pastificio artigianale “traghetta la tradizione ai giorni nostri”. Tanta manualità, un’attenta selezione delle materie prime e uno stretto controllo sull’intera filiera: questi sono gli ingredienti che danno vita a una grande pasta, accolta nell’involucro riciclabile e, a breve, compostabile che sta facendo apprezzare Pasta Negri nel Bel Paese e nel resto del mondo.
Come nasce la vostra azienda? La conduzione è familiare?
Abbiamo aperto nel 2015 con l’intenzione di creare prodotti “realmente” artigianali, fatti come un tempo. Il pastificio ha in effetti un grandissimo contenuto di manualità, elemento che ci distingue dalla concorrenza.
Dove viene prodotta la pasta e da dove provengono le materie prime?
Le materie prime sono il più possibile italiane, ovvio però che ingredienti come la curcuma arrivino da più lontano, in questo specifico caso dal Madagascar. Gli approvvigionamenti di grano duro arrivano dall’Umbria, mentre abbiamo due tipologie di grano saraceno che utilizziamo per i Pizzoccheri: la prima coltivata in Piemonte, la seconda lavorata dal vicino Mulino di Teglio. Negli ultimi anni abbiamo stretto accordi con piccoli agricoltori certificati biologici; sono piccoli lotti, loro macinano il grano presso il loro mulino di fiducia e ci portano la farina.
Cosa significa che la vostra pasta è “concepita come un’opera d’arte”?
Siamo autenticamente e profondamente innamorati della pasta, già soltanto osservare l’impasto uscire dalla trafila è pura magia. La pasta poi dà la possibilità di creare, è fortemente conviviale, sono tantissimi i punti di forza di questo alimento.
Che importanza ha l’acqua nel ciclo di produzione?
Noi abbiamo la fortuna di vivere in una zona dove l’acqua sgorga naturalmente dalle montagne, dunque la prendiamo direttamente alla fonte.
Come è fatta la vostra pasta?
Tutti i nostri prodotti sono certificati biologici e insigniti del marchio “Valtellina Qualità”. Utilizziamo trafile in bronzo, dopodiché la nostra pasta essicca 12-24 ore, a una temperatura che non supera mai i 50°, stesa a mano su telai di legno di abete. Tengo particolarmente alla nostra linea di ‘Pasta Speciale’, dove il colore è ottenuto attraverso l’utilizzo di ingredienti naturali che vogliono essere un’aggiunta in termini di sapore, non, come spesso accade, una mera civetteria in grado di allettare il turista. Il packaging dei nostri prodotti poi è molto minimal e moderno, questo perché miriamo a distaccarci dalla pura tradizione. Fin dall’apertura dell’azienda il nostro sogno è stato quello di uscire dalla Valtellina, di far conoscere le nostre eccellenze all’estero.
Dove si può acquistare la vostra pasta?
Nei negozi specializzati che prestano attenzione al prodotto. La nostra filosofia è quella di instaurare un rapporto diretto tra negoziante e pastificio, perché vogliamo spiegare le peculiarità della nostra pasta. Solo in questa maniera il cliente finale avrà tutte le informazioni necessarie.
La pasta ‘cambia’ in base al mercato a cui è destinata?
Stesso identico prodotto, all’estero riportiamo anche delle ricette sulle confezioni affinché lo straniero sia agevolato nella preparazione. Una grande criticità della vendita all’estero infatti risiede proprio nella difficoltà di abbinare la pasta a un condimento, perciò abbiamo munito i fornitori di cartoline e online lavoriamo con chef per creare ricette. I clienti hanno apprezzato e abbiamo riscontrato una fidelizzazione da parte loro; è un punto di forza per noi, l’essere piccoli ci dà la possibilità di poter curare il dettaglio.
Quale futuro intravedete per la vostra pasta?
Vogliamo continuare a collaborare con i piccoli agricoltori e dall’altra parte uscire sempre più dall’Italia. Quest’anno poi abbiamo sostituito il packaging con prodotti 100% riciclabili, ma stiamo anche cercando di eliminare totalmente la plastica per diventare 100% compostabili.