Di forma lunga e dalla sezione circolare, i bigoli sono famosi per la ruvidità che permette loro di trattenere i condimenti più e meno sugosi. Si tratta di una pasta di cui esistono molte varianti, all’uovo o con diverse farine, e di cui i termini bigottini, bigoi o strangozzi sono sinonimi.
Origini
La loro origine si colloca in Veneto ma, nel tempo si sono diffusi ampiamente anche in Lombardia orientale. Sono un formato di origine contadina in uso fin dai tempi della Repubblica di Venezia; in particolare, si narra che nel 1604 a un pastaio di Padova di nome Abbondanza venne riconosciuto, dal Consiglio del Comune, il brevetto di un macchinario per la produzione di pasta. La produzione era varia, ma il favore del pubblico cadde su una sorta di spaghettoni ruvidi, battezzati appunto “bigoli”. L’etimologia del nome, sembra da ricondurre alla loro forma, che deriverebbe dal termine dialettale bigàt (bruco) o dal latino bombyx (bombice). La fama del formato, e della macchina per realizzarlo, si diffuse dalla fine dell’Ottocento nelle famiglie del Nord-Est dove col termine bigolaro si indicava uno strumento semplice, fissato al tavolo, che permetteva di produrre pasta fresca senza l’uso di uova facendo passare l’impasto attraverso una trafila ruvida. L’essiccazione era altrettanto semplice, bastavano dei bastoni sospesi su delle sedie, che ne ospitavano in una quantità sufficiente per affrontare l’intera settimana. La loro esegesi popolare sopravvive nelle numerose sagre, come quella dei bigio al torcio di Limena, nell’ultima settimana di aprile o quella di Monterosso, nelle Cinque Terre, in occasione della festa di San Bartolomeo.
Cucina
La tradizione vuole che i bigoli siano conditi con un classico ragù di carne o frattaglie d’anatra, ma sono ugualmente diffusi in abbinamento alla salsa d’acciughe o al sugo di alborelle così come, nelle aree interne dell’Appennino, sono spesso accompagnati a una crema a base di noci. Ciò premesso, il piatto veneto per antonomasia sono i bigoli in salsa, un primo piatto povero a base di acciughe, cipolle bianche e olio extravergine di oliva che in passato veniva preparato nei giorni di magro durante le feste comandate dal calendario cristiano, in particolare durante il mercoledì delle Ceneri, il venerdì Santo e la Vigilia di Natale.