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I grandi marchi: strategie comunicative a confronto

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di Serena Sparagna

Tanto conosciuta quanto amata, la pasta rappresenta l’italianità nel mondo. Ma come scelgono di comunicare i diversi pastifici? Dalla familiare Barilla ai marchi utilizzati dai grandi chef, ecco le strategie adottate e perché sono arrivate al cuore dei consumatori.

Il mondo si divide genericamente in due fazioni. Chi mangia la pizza con le mani e chi con il coltello. Chi ama il mare e chi la montagna, chi aspetta il Natale e chi cambia stazione radio alla prima nota di “All I Want For Christmas Is You”. Ma è davvero sempre tutto così distinto e separato nella vita? Sono state catalogate ben 50 sfumature di grigio (no, non parliamo del bestseller) che si contrappongo tra il bianco e il nero e dunque per raccontare qualcosa non esistono sempre e solo due visioni: quella corretta e quella sbagliata. C’è tanto nel mezzo.

Prendiamo ad esempio alcuni marchi molto noti di pasta. Barilla, Garofalo e Rummo. Malgrado il loro posizionamento nel mercato, questi brand hanno adottato linguaggi e stili comunicativi diversi non solo nell’involucro, ma anche nella forma. Tutto con un unico obiettivo: giungere al cuore dell’ Italia dove la pasta è una cosa seria.

Ma partiamo dal principio. Sarà anche vero che l’abito non fa il monaco ma nel marketing si. La Barilla ha scelto il blu. Questo colore rappresenta la calma, l’onestà, la fiducia. Lo slogan “dove c’è Barilla c’è casa” vi dice niente? Negli anni ’80 si è insinuato nella cultura popolare perdurando malgrado i cambiamenti comunicativi dell’azienda. Queste parole, insieme all’estetica, enunciano chiaramente ciò che la Barilla vuole essere per il consumatore: concretezza. E casa è il luogo dove prima poi tutti facciamo ritorno fisicamente o figurativamente per ritrovare stabilità.

Sui social il marchio vanta un nutrito gruppo di followers che si formano spontaneamente guidati da quelle stesse campagne emozionali. Geniale la scelta di pubblicare i contenuti ad orari funzionali come l’ora di pranzo, in modo da giungere in aiuto dei followers e non risultare fastidiosi evitando l’odiatissimo “effetto spam”.

La Garofalo invece ha optato per un packaging trasparente fatta eccezione per una striscia nera. Colore da sempre simbolo di lusso ma anche concretezza e serietà. L’azienda sorge a Gragnano e racconta una storia di solidità e rispetto per gli ingredienti. Non un semplice patrimonio culinario, ma culturale, dove la lavorazione della pasta diventa un rito: il lusso di poter creare.

La Rummo si affida al bianco. Carta spessa e a chiare lettere il loro nome. Simbolo di perfezione ed eleganza, utilizzato moltissimo come sfondo nei più disparati marchi di lusso. Visione che si riflette anche nella produzione della pasta. Per la perfezione occorre tempo. Si tratta di un processo lento che trasforma il grano in piccole opere edibili tenaci al morso.

Entrambi i marchi partenopei fanno capo ad un unico principio: raccontare la storia e la ricchezza di una terra come la Campania. Lo fanno attraverso i luoghi, prodotti veraci e ricette che il consumatore riconosce come proprie. Niente fronzoli ma deliziosi spaghetti al pomodoro. San Marzano è meglio, ovviamente.

A Gragnano pastifici meno noti al grande pubblico come il Premiato Pastificio Afeltra (del quale abbiamo parlato anche qui) raccontano a loro volta una storia di famiglia che ad oggi resta ancora artigianale. Dall’involucro ruvido ai principi su cui è basata l’azienda ma che strizza l’occhio anche all’estero. L’obiettivo non è puntar esclusivamente sulla materia prima italiana, ma sulla materia prima qualitativamente superiore, prendendo in considerazione anche quelle estere.

Gettonato dagli chef stellati e gourmet è Pastificio Mancini (qui la nostra intervista). Il grano viene coltivato dall’azienda nel cuore delle Marche con processi lenti percorsi nei tempi giusti. Sui social la loro storia viene raccontata minuziosamente unita a storia di alta cucina attraverso le ricette dei grandi chef. Obiettivo è trasformare il marchio in una certezza qualitativa, dove il nome fa già presagire ancor prima dell’assaggio che si tratta di un prodotto di qualità.

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