Molto simili ai rigatoni ma più corte e larghe, le mezze maniche sono altrettanto valide nel trattenere i condimenti grazie alla loro forma cilindrica e alla rigatura esterna.
Origini
Dalla caratteristica forma tubolare, corta e rigata, la mezza manica è originaria dell’Italia centrale dov’è anche conosciuta come “manica di frate” per la somiglianza con le estremità degli abiti che i sacerdoti indossavano nella stagione estiva. La prima attestazione di questo formato appare nel libro “La cucina romana” di Ada Boni del 1929. Prima di questo momento le mezze maniche non avevano una letteratura, e ciò avvalora l’ipotesi che fosse un formato di origini borghesi e che, come tale, sia nato agli inizi degli anni ’20 grazie alla diffusione, a Roma, di prodotti provenienti da altre regioni.
Cucina
Come suggerito dalla forma, le mezze maniche si prestano bene a interpretare primi piatti anche elaborati, tra cui il pasticcio al forno. Nelle località di mare queste vengono spesso utilizzate, però, in abbinamento a sughi rossi o bianchi a base di polpo e pesce spada, così come con i molluschi, che si inseriscono particolarmente bene all’interno della pasta cava. Una tipica ricetta domestica presso le tavole siciliane e napoletane è quella che prevede un ricco condimento a base di pomodorini, pesce spada, melanzane e provola o, in alternativa, scamorza. Diffuse anche nella Maremma laziale e grossetana sono le mezze maniche alla buttera, in cui condite con un sugo all’arrabbiata vengono rifinite con una generosa porzione di ricotta di pecora. Trattandosi di un formato particolarmente versatile, si adatta anche ai condimenti a base di verdura, come per le mezze maniche agli asparagi o alla crema di fave.