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La Gricia di Stefano: storia di come Roscioli ha ricreato l’iconica ricetta romana

Di Serena Sparagna

La storia della  nostra Gricia non ce l’ha mai chiesta nessuno”, dice Alessandro Roscioli. Insieme al fratello Pierluigi, portano avanti quello che iniziato come il forno di famiglia, è oggi una delle istituzioni della cucina romana sconfinando negli anni recenti, fino a New York. La storia di come la Gricia di Stefano sia entrato nel menù è un racconto che nasce dall’amicizia quasi paterna tra i Roscioli Boys e lo storico critico gastronomico Stefano Bonilli, scomparso nel 2014. 

La Gricia di Stefano

“La Gricia non era nel menù. Alla carta è segnata come La Gricia di Stefano. Una dedica a Stefano Bonilli. Abitava 4 civici dopo il nostro. Non ha mai avuto figli ma ci ha visto crescere. Un giorno gli vennero diagnosticati problemi di reflusso. Non poteva quindi mangiare cibi a base acida come l’Amatriciana che contiene pomodoro. Ci chiese allora se potevamo preparargli una Gricia. E noi, non avendola nel menù, ci siamo avventurati. Fu un disastro. Stefano ci disse che piuttosto che mangiare la nostra Gricia, preferiva farsi venire il reflusso mangiando altro. Il punto è che se nella Carbonara si può utilizzare il grasso del guanciale per diluire la crema di pecorino e uovo, nella Gricia non puoi. Le prime volte me l’ha sempre rimandata indietro. Piano piano abbiamo cercato di capire e poi è finalmente entrata nel menù. Dobbiamo riconoscergli questo. Io mi sono ritrovato molte sere a casa sua e molte volte mi ha detto che io e mio fratello ci eravamo incamminati lungo una strada insidiosa, quella della ristorazione. Da lì ho imparato l’importanza del saper ascoltare, mettersi in gioco e riconsiderare tutti gli aspetti.”

La Gricia di Stefano

Ricetta della Gricia di Stefano 

Ingredienti per una persona: 

90g di mezzi rigatoni Benedetto Cavalieri

70g di guanciale 

60g di  mix grattugiato di 2 tipi di Pecorino Romano e 1 Parmigiano

Pepe Qb

Procedimento:

Far andare una padella a fuoco alto, fino a farla diventare rovente. Aggiungere il guanciale, dopodiché abbassare la fiamma per farlo sudare gradualmente. Una volta che sarà diventato croccante, separarlo dal grasso e metterlo da parte. 

Nel grasso rimasto in padella tostare il pepe. Successivamente scolare la pasta e saltarla nel grasso del guanciale con il pepe, aggiungendo alla fine anche il guanciale.

Per la mantecatura, fuori dal fuoco, aggiungere sempre un po’ di acqua di cottura della pasta. A pioggia aggiungere il mix  di Pecorino Romano e Parmigiano.

Impiattare con un pizzico di pepe, un giro di mix e servire. 

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